Per dichiarare la volontà di fermare un inaccettabile declino e per rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica dell’intero Paese: basti pensare che una domanda aggiuntiva di 1 miliardo di euro nelle costruzioni genera una ricaduta complessiva nell’intero sistema economico di 3.374 milioni di euro e un aumento di 17.000 occupati. Occorre far ripartire il settore per far ripartire il Paese e quindi bisogna: • liberare le risorse disponibili bloccate da una burocrazia soffocante e da regole disincentivanti come il Patto di stabilità interno; valorizzare la qualità italiana del prodotto edilizio accentuandone il valore di sostenibilità ambientale; • attrarre investimenti privati ridefinendo politiche fiscali che oggi deprimono l’investimento immobiliare rispetto a quello mobiliare e colpiscono maggiormente i processi di trasformazione e rigenerazione urbana; • ridare equità ai contratti dando certezza ai tempi di pagamento; • riportare le banche al loro storico ruolo di partner degli operatori e delle famiglie; • definire una moderna politica industriale basata su credibilità, trasparenza, garanzie reali, qualificazione, merito, professionalità.