I tartufi, che normalmente si vendevano a 120-150 lire il chilogrammo, nel sabato di fiera raggiunsero le 200 lire, l’equivalente dello stipendio mensile di un insegnante elementare di prima nomina. Nel 1932 la fiera era già in pieno sviluppo e l’anno successivo acquisì ufficialmente il marchio “Fiera del Tartufo“, legandosi sempre più ai prodotti tipici dell’Albese ed in particolar modo ai vini. Sospesa negli anni di guerra, la Fiera fu riproposta nel 1945, quasi come testimonianza del desiderio degli Albesi di riprendere le antiche consuetudini. Durò tre giorni ed ebbe un grande successo: il prezzo dei tartufi era salito a 2700-3000 lire il chilogrammo, la quantità era buona e la qualità notevole. Tra momenti esaltanti ed altri di crisi, la Fiera ha resistito sessant’anni, ha svolto un insostituibile ruolo di promozione per prodotti e territorio, ha scandito le trasformazioni della città e della sua gente, è vissuta sull’entusiasmo e la dedizione di molti, ha portato benessere, divertimento, cultura.