I materiali da scavo possono contenere calcestruzzo, bentonite, pvc, miscele cementizie e additivi per scavo meccanizzato a condizione che la concentrazione media non presenti inquinanti. Il materiale da scavo è considerato sottoprodotto e può essere utilizzato se sono rispettate una serie di condizioni, ad esempio deve essere generato durante la realizzazione di un’opera e deve essere usato, senza ulteriori trattamenti, nel corso della sua esecuzione. Le condizioni sono verificate con il Piano di utilizzo, presentato dal proponente all’autorità competente almeno 90 giorni prima che inizino i lavori per la realizzazione dell’opera. Il decreto stabilisce inoltre come operare nel caso in cui le componenti inquinanti, presenti nei materiali da scavo, siano generate da processi naturali, ma anche le procedure da seguire nelle situazioni di emergenza, nei trasporti e nel tempo di attesa tra l’estrazione e l’utilizzo. Sono in fase di studio in quanto appena proposte delle agevolazioni per il reimpiego delle terre e rocce da scavo estratte nei piccoli cantieri. Dove la produzione non supera i 6 mila metri cubi di materiale, si è pensato infatti di concedere ai produttori la possibilità di autocertificare le condizioni che permettono il trattamento come sottoprodotti e il reimpiego dei materiali escavati.