Un’occasione unica per ammirare pezzi straordinari (in tutto il mondo ce ne sono soltanto 300), alcuni di loro delle vere e proprie rarità, provenienti da collezioni private e assicurati per milioni. La rassegna sarà visitabile fino al 28 marzo 2016. E proprio all’insegna del drago e del fiore d’oro, due tra i simboli più antichi della cultura cinese, il MAO ha organizzato un nuovo ciclo di appuntamenti culturali in dialogo con l’omonima mostra, che consentiranno ai partecipanti di scoprire le raffinate tradizioni della millenaria storia cinese. Durante la dinastia manciù dei Quing (1644-1911) gli interni e le stanze più importanti della Città proibita di Pechino furono abbellite da manufatti eseguti con tecniche e materiali particolarmente raffinati e preziosi. Per allietare l’Imperatore gli arredi e in particolare i tappeti, commissionati ad abilissimi artigiani-artisti del Turkestan orientale, si rinnovarono anche nell’estetica. Al posto della lana si cominciò ad usare la seta, e i fili usati per intrecciarli divennero d’argento e d’oro perché venivano prima ricoperti da una leggera lamina di rame, e in seguito bagnati nei due metalli nobili. I tappeti ottenuti risultavano, così come adesso nonostante i secoli trascorsi, davvero luccicanti e sontuosi, di un’eleganza rara. La mostra si avvale di una colonna sonora che accompagna lo spettatore, composta appositamente da Nina Danon, dai video di Andreas Nold e da una gradevole fragranza, capace di rendere l’intera esperienza, multisensoriale. www.maotorino.it